Lavorare nel terzo settore: come farsi trovare pronti?

Il terzo settore ha un ruolo fondamentale nella promozione di un tessuto economico e sociale vicino alla persona. Le aziende che operano nel terzo settore si occupano infatti di welfare e agiscono in settori molto differenti, come l’assistenza agli anziani, la tutela dell’ambiente e la coesione sociale, per migliorare la vita delle persone e renderle parte delle azioni della comunità. Secondo i dati della Fondazione della Sussidiarietà, il terzo settore conta 375.000 unità con un’incidenza sul PIL di quasi il 5%. La normativa che definisce chi fa parte di questo sistema è il Codice del Terzo Settore, introdotto nel 2017 per regolamentare queste attività, renderle parte del sistema economico e fornire strumenti di certificazione delle loro attività, come il Registro Unico Nazionale. Per lavorare in questo settore bisogna un profondo desiderio di fornire aiuto e assistenza. Le professioni del terzo settore sono infatti molto diverse tra loro, ma hanno tutte in comune l’amore per il prossimo o per il pianeta. Per farsi trovare pronti per una posizione lavorativa nel terzo settore è dunque importante formarsi, fare esperienza e rispettare le peculiarità di questo ambito.

Lavorare nel terzo settore: come funziona

Prima di parlare della formazione, sfatiamo un mito sul terzo settore. In molti ritengono che gli operatori del terzo settore non vengano retribuiti o che comunque non ricevano un adeguato stipendio rispetto al loro impiego. Nulla di più falso. Come tutti i professionisti, anche chi lavora nel terzo settore è retribuito. La differenza con le aziende tradizionali, è che le attività del terzo settore sono senza scopo di lucro, ovvero tutti gli utili, invece di essere ripartiti tra i soci, devono essere reinvestiti in progetti che fanno parte della mission aziendale. Questo perché la natura delle attività è votata ad uno sviluppo sociale. Discorso a parte meritano poi i volontari, che, come si comprende dal termine, sono tutte quelle persone che offrono volontariamente le proprie competenze o il proprio tempo per la realizzazione di progetti di associazioni, imprese sociali etc… I lavoratori del terzo settore sono figure trasversali che si occupano di diverse mansioni: personale amministrativo, responsabili della comunicazione, fundraiser, project manager, assistente sociale, educatore, mediatore culturale. Sono molto diverse le professionalità all’interno di un’azienda del terzo settore e corrispondono in gran parte alle figure professionali di qualsiasi attività sul mercato.

Lavorare nel terzo settore: la formazione

La formazione per lavorare nel terzo settore è collegata al tipo di impiego al quale si aspira. Un percorso di laurea in scienze sociali è ad esempio ideale per chi desidera occuparsi di progetti legati all’inclusività sociale o all’analisi dei processi sociali per promuovere iniziative di contrasto a fenomeni quali la criminalità, la violenza e il disagio. Ci si può inoltre specializzare anche nell’ambito dell’educazione per sostenere le organizzazioni nello sviluppo di progetti educativi in aree con alto tasso di dispersione o abbandono scolastici. Ci sono infine ruoli di amministrazione e gestione che richiedono una formazione in ambito giuridico, economico e di comunicazione. Per frequentare i corsi di laurea si può scegliere sia la modalità tradizionale, sia l’università telematica come Unicusano, che permette di seguire le lezioni a distanza, riuscendo così a conciliare impegni personali e di studio.