Corsica e Sardegna, un legame inscindibile

Quello tra la Sardegna e la Corsica è un legame indissolubile che dura da secoli. D’altronde, le analogie tra queste due isole meravigliose sono davvero tantissime, a partire dalla conformazione geografica, passando poi attraverso una storia comune, che segue un file rouge oltremodo singolare.

La straordinaria vicinanza tra le due, oltretutto, consente di attraversare agevolmente, in poche ore, il tratto di mare che separa queste isole gemelle, grazie soprattutto alla disponibilità di numerosi traghetti dal porto di Ajaccio per la Sardegna.

Una storia travagliata

Sin dai tempi della dominazione dei romani, che consideravano quello compreso tra Sardegna e Corsica un territorio unico, queste due isole sono state al centro di aspre contese da parte di quanti volevano assicurarsi un avamposto privilegiato proprio al centro del Mediterraneo.

Entrambe, infatti, sono state dominate da popoli diversi e da culture estremamente eterogenee, sin dalle loro origini ma, a determinare le sorti delle isole gemelle, è stata senza dubbio la dominazione italiana.

L’Isola italiana e la più italiana delle isole

Sin dagli albori dell’XI secolo, infatti, entrambe le regioni sono state oggetto di interesse da parte di due delle Repubbliche Marinare, Genova e Pisa, ma l’affermazione di queste due potenze sul territorio, seguì modalità molto diverse.

Per quanto riguarda la Corsica, infatti, il possesso dell’isola venne assegnato a Pisa per volere di Papa Gregorio VII. I Genovesi però, non restarono a lungo a guardare, quella terra era troppo importante per essere lasciata ai nemici pisani e così lo scontro divenne inevitabile. Ad avere la meglio fu Genova, che sconfisse i Toscani nell’epica Battaglia navale della Meloria e riuscì a prendere il controllo della Corsica, dando il via ad una dominazione interrotta solo nel 1768.

La Sardegna, invece, fu una regione a lungo condivisa tra le due Repubbliche, unite nella comune lotta contro i musulmani provenienti dalla parte orientale della Spagna i quali, attaccarono l’isola, nel tentativo di farne un avamposto sotto il controllo del califfato degli Omayyadi.

Quella che unì Pisani e Genovesi, dunque, fu una vera e propria crociata in difesa della cristianità, ma anche dopo aver respinto gli Arabi, l’influenza delle due Repubbliche continuò inesorabilmente, arrivando a condizionare anche l’arte e l’architettura.

Molti edifici religiosi risalenti all’XI e al XII secolo, infatti, presentano caratteristiche tipiche di quello che fu il romanico toscano, come la bicromia e le facciate con i classici colonnati a tre ordini.

La fine della dominazione italiana

Il XVIII secolo segnò la fine del rapporto simbiotico tra le sue isole. La svolta storica decisiva giunse quando la Corsica passò dalla giurisdizione italiana a quella francese, nel 1768.

All’indomani della Guerra dei Sette Anni, che causò alla Francia la perdita di tutti i domini coloniali, Luigi XV rispose alla richiesta di aiuto lanciata dai Genovesi, incapaci di fronteggiare la feroce rivolta in corso sull’isola. Il re, ovviamente, non aveva alcun interesse nei confronti del conflitto, ma mirava ad annettere il territorio della Corsica, per ottenere un avamposto privilegiato nel Mediterraneo, che faceva gola a molti altri Stati d’Europa.

I Genovesi diedero “in pegno” la Corsica alla Francia, in cambio dell’aiuto militare, con la promessa di restituire il debito contratto con il re entro tre anni. La Repubblica in quel momento era già in declino e quindi non fu mai in grado di rendere quanto dovuto, lasciando così che i francesi mantenessero il controllo dell’intero territorio.

Il resto, come si dice, è storia.